Intervista: Claudio Del Bianco ed il portiere moderno

Portiere moderno: ce lo racconta Claudio Del Bianco

Claudio Del Bianco è un uomo molto cordiale che ha destato in noi una certa curiosità. Perché? Semplice!

Oltre ad avere 8 anni di esperienza di allenatore di settore giovanile (Uefa “B”) è preparatore dei portieri da 25, è stato un vero e proprio “recordman” da atleta, capace di difendere splendidamente porte in ambito dilettantistico (oltre 1000 le sue presenze), fino all’età di 49 anni. Claudio vanta esperienze come portiere nella Primavera e negli Allievi del Bologna, che fu costretto a lasciare a causa del fallimento della società.

Abbiamo deciso di scambiare due parole con lui, per entrare meglio nelle dinamiche tipiche del ruolo, soprattutto a favore dei più giovani.

Ciao Claudio, il calcio è una parte fondamentale della tua vita ed identità. La porta, insomma, è..casa tua, praticamente!

“Certamente, la porta e’ stata la mia vita e non cambierei una virgola di quello che ho fatto con il calcio. Anche se ho smesso di giocare, ho due splendidi figli che giocano anche per me. Tommaso Del Bianco, di 19 anni, gioca in promozione nel Maliseti di Prato. Matteo Del Bianco di 15 anni che gioca nell’Under 17 Nazionali del Carpi”.

Sappiamo che il calcio moderno è cambiato e che anche il ruolo del portiere prevede un maggior coinvolgimento nelle dinamiche tattiche. Come è cambiata negli ultimi anni la preparazione tecnica dell’estremo difensore?

“Il calcio negli ultimi 20 anni e’ cambiato tantissimo ed ha avuto un’evoluzione importante anche per quanto concerne il ruolo del portiere a livello tattico e tecnico. Nel calcio di oggi il portiere deve essere praticamente “un buon giocatore” che si sa muovere tatticamente anche fuori dall’area di rigore, con una buona tecnica che gli consenta di calciare con entrambi i piedi. Quindi anche la preparazione tecnica in questi ultimi anni ha raggiunto una notevole professionalità,  viste le varie esigenze di moduli di gioco.

Il portiere di oggi deve essere ben preparato tecnicamente, fisicamente e mentalmente. Credo che queste siano le cose più importanti da sottolineare, anche se nel calcio esistono molteplici situazioni sportive legate al fattore campo, alla squadra avversaria, alle condizioni climatiche e quant’altro che possono influire sull’esito di una gara.

Alcuni portieri sembrano fortissimi tra i pali, ma meno abili nelle uscite. Altri invece dimostrano buonissima predisposizione nelle palle alte, ma una certa rigidità nel tuffo. Anche in questo caso si tratta di semplice caratteristica soggettiva o magari è frutto di un lavoro non equilibrato negli anni di formazione/allenamento?

Per mia esperienza personale, visto che ho oltre 1.000 presenze in categoria nei dilettanti e che alleno i portieri da ben 25 anni, posso affermare che generalmente i portieri quando lavorano in porta tecnicamente si equivalgono in reattività, velocità e nel gesto tecnico. I problemi che si evidenziano spesso sono più che altro legati alla mancanza di tecnica di base, che crea grosse difficoltà per la crescita di un portiere. Per questo ruolo difficile la dedizione ed il lavoro sono basilari , ma influisce molto l’aspetto caratteriale emotivo del soggetto. Credo sia determinante per la crescita dei ragazzi fare vedere il gesto, qualunque esso sia, proprio dal loro mister, e non sempre e solo spiegato verbalmente!

Tempo fa abbiamo scritto un pezzo sull’isolamento psicologico del “numero1”. Il calciatore “diverso”, con la divisa “diversa dagli altri” che ha un ruolo caratterizzato da alta responsabilità e momenti di isolamento relazionale e spaziale.
A tuo avviso quali i punti di forza psicologici di un giovane che desidera stare tra i pali?

Sicuramente il ruolo del portiere è quello più difficile, più complicato e carico di grosse responsabilità . Molte volte in campo mi sono sentito solo ripensando agli errori o ai salvataggi….E Quindi è determinante l’aspetto psicologico, spesso  sollecitato in base alle situazioni di gioco. Il carattere dell’atleta è messo a dura prova in tutto il suo contesto.
Personalmente ritengo che il vero punto di forza psicologico basilare per un giovane portiere sia la facilità con cui riesce a non abbattersi nei momenti di difficoltà,  per un goal subito malamente o magari per un errore banale, dimostrando in questo la propria personalità .

Rapporto efficace tra portieri e difensori. Su cosa consiglieresti di puntare?

Credo che la comunicazione sia un aspetto basilare fra portiere e difensore. Questo è un elemento molto importante che cerco, come istruttore, di far capire ai miei ragazzi con il lavoro settimanale. Anche in questo caso diventa basilare la personalità del portiere che è l’unico giocatore in campo che può chiamare il pallone a suo piacimento. Chiaramente devono esserci organizzazione e tempistiche giuste con la squadra e un buon rapporto di gruppo. Una squadra di calcio che ha un portiere che non ha molta personalità e non dialoga con i propri compagni avrà sempre grosse difficoltà !

Il calcio di rigore: come alleni un portiere?

Per me il calcio di rigore e’ un fattore istintivo, intuitivo, tecnico e tempistico. In allenamento cerco di far capire i movimenti del giocatore avversario nel calciare il pallone: come mette la palla in terra, se guarda la porta, se guarda il portiere, se si pone per calciare di destro o di sinistro. Quello del rigore è un aspetto abbastanza complicato, visto anche la dimensione della porta che misura 7,32 x 2,44 metri. Ultimamente lavoriamo molto sui tempi di battuta per cercare di far rimanere in piedi il più possibile i portieri.

Se dovessi dare un suggerimento operativo ad un osservatore che ha meno dimestichezza con l’individuazione del talento di un portiere, qual è la prima attitudine che suggeriresti di monitorare?

Credo che il suggerimento più importante che potrei dare ad un osservatore di oggi sia quello di valutare se l’atleta abbia buone attitudini naturali ed eventualmente tecniche nel gioco aereo e nel gioco con i piedi, destro e sinistro, non dimenticando mai l’aspetto caratteriale.

La gestione della “papera”. Un aspetto che in molti giovani ragazzi fa la differenza tra chi insiste e chi molla…

La gestione della “papera” fa parte del percorso del portiere. Sicuramente ci sono maggiori difficoltà per i più piccoli, che tante volte reagiscono cambiando ruolo. Il carattere e la personalità sono indispensabili, come dicevo in precedenza. Ho visto ragazzi prendere anche più di 10 goal a partita allenandosi settimanalmente e puntualmente con grande entusiasmo, come nulla fosse..

Accennavi giustamente ad un caso tipico nelle scuole calcio: il bambino bravo in porta che si stufa di prendere troppi goal e chiede di cambiare ruolo. Come gestire un caso del genere dal punto di vista di un allenatore?

Credo sia giusto far provare nel calcio scuola il ruolo del portiere un po’ a tutti senza nessun tipo di forzatura.  Spesso nei campionati del calcio scuola ci sono grosse differenze tra società e squadre, il che crea spesso dei divari imbarazzanti. Sta alla bravura dell’allenatore gestire con sapienza e professionalità certe situazioni e capire ed insistere su elementi con maggiori attitudini.

Progetti per il futuro…tempo fa abbiamo letto che vorresti avviare una scuola calcio per portieri…

È sempre stato il mio sogno nel cassetto! Per il momento non ho potuto realizzarlo perché ci sono sempre stati aspetti problematici per gli spazi e per la mia tripla attività come giocatore, mister di una squadra e mister dei portieri. Spero un giorno di avere la possibilità di dedicarmi totalmente a questa attività. Credo proprio che non ci sia cosa più bella che vivere settimanalmente con i ragazzi sul campo di calcio insegnando loro la vita del portiere!

Intervista a cura di Dott. Fabio Ciuffini
Psicologo dello Sport

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