Preparare la partita: è sufficiente conoscere l’avversario?

La preparazione di una partita si focalizza spesso sulla conoscenza della squadra avversaria dal punto di vista del modulo di gioco e delle qualità tecniche. Ma queste informazioni sono sufficienti?

Quando osserviamo alcune partite di calcio, notiamo spesso come alcuni calciatori ed alcune squadre stentino ad “entrare nella partita” determinando, ad esempio, un gol subito a freddo che condiziona, inevitabilmente,  l’andamento di tutta la gara.

Molti allenatori si soffermano nel dopo partita a commentare la gara affermando:

“la mia squadra non è scesa in campo nei primi minuti. Eppure durante la settimana la partita l’avevamo preparata bene ed i ragazzi avevano fatto un ottimo lavoro durante gli allenamenti”

Ma da cosa può dipendere questa difficoltà?

Dipende frequentemente dall’assenza di “allenamento” nell’adattarsi rapidamente al contesto della partita, spesso in associazione con un ansia eccessiva o con una mancanza di concentrazione. La preparazione mentale alla gara consente infatti di anticipare l’evento valorizzando l’energia mentale soggettiva e facilitando un rapido coping, ovvero il “calarsi nella partita fronteggiando lo stress che ne deriva”.

Potremmo riassumere sinteticamente questo processo in 3 elementi: vedere, sentire, avvertire.

In accordo con Roberts (2007), un calciatore dovrebbe dedicare infatti una porzione di tempo quotidiana nella settimana antecedente ad una gara a “vedersi” in campo, a “sentire” i rumori, i suoni e le sensazioni corporee della partita e, infine ad “avvertire” le situazioni della gara, in modo tale da alimentare un atteggiamento positivo e vincente nei confronti della propria prossima prestazione.

Questo lavoro consentirebbe ad un atleta di lavorare molto su se stesso e le proprie motivazioni personali, entrando in contatto con il proprio modo di vivere ed anticipare gli eventi di una partita, trovando la giusta concentrazione che consenta poi di adattarsi facilmente ed in modo funzionale al contesto di gara che si troverà davanti, avendo già familiarità con possibili scenari che si presenteranno in campo.

La formula del “Vedere, sentire ed avvertire”, migliora un dialogo interno efficace ed una maggiore disinvoltura nel gestire la criticità, limitando il dispendio di energie mentali nell’adattarsi a contesti di gara non noti o inaspettati. Tutti elementi che richiamano l’attenzione “togliendola” alla prestazione sul campo di gioco.

Da questo punto di vista preparare la partita significa non soltanto conoscere le qualità tecniche e tattiche dell’avversario ed il suo modo di giocare, ma anche imparare  a conoscere lo stadio in cui si giocherà, il comportamento dei tifosi, il loro rumore,  i suoni dell’ambiente, lo scenario festante e potenzialmente ansiogeno di un torneo internazionale, immaginare “il sentirsi gli occhi addosso” di un pubblico diverso da quello cui si è abituati imparando a eliminare le fonti di distrazione mediante idonee visualizzazioni.

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