L’allenatore come Leader: la Leadership socio-emotiva

L’allenatore come Leader: la Leadership socio-emotiva. In cosa consiste?

Se il Leader autoritario è fortemente focalizzato sul compito ed utilizza uno stile direttivo in base al Principio del Potere, il Leader democratico ricorrere a modalità decisionali sensibilmente differenti che, come abbiamo potuto sottolineare nel nostro precedente contributo, sono fortemente orientate al Principio della Condivisione. Il leader, insomma, cerca di coinvolgere i ragazzi nelle decisioni importanti per il gruppo per facilitare il raggiungimento dell’obiettivo.

Esiste tuttavia in ambito sportivo un terzo tipo di Leader, che possiamo definire come “Socio-Emotivo”.

Questa tipologia di Leadership si manifesta principalmente grazie alla forte sensibilità che l’allenatore dimostra nei confronti della soggettività dei singoli calciatori, ovvero verso le loro emozioni, i loro vissuti, le loro sensazioni, rendendosi in prima persona partecipe di tutti gli aspetti non sono tecnici, ma anche extra-calcistici che caratterizzano il comportamento e l’atteggiamento di un ragazzo (la scuola, disagi familiari, difficoltà psicologiche manifestate nel gruppo).

Pare evidente quanto i punti di contatto con una leadership democratica siano tangibili. Tuttavia vi è una differenza sostanziale.

Mentre il leader democratico può adottare una strategia di condivisione delle decisioni e delle informazioni in quanto strumento funzionale per il raggiungimento del compito (quindi non strettamente a causa di una sensibilità complessiva personale ma a causa della scelta consapevole di un metodo), il Leader socio-emotivo utilizza le emozioni come unico processo possibile, a prescindere da un ragionamento di carattere squisitamente strategico e strumentale.

Contrariamente ad un leader democratico, il Principio seguito da una Leadership socio-emotiva potrebbe essere definito come il Principio dell’Emozione.

Il benessere psicologico dei ragazzi è pertanto essenziale tanto quanto quello fisico ed atletico ed il compito, per quanto importante, non è finalizzato solo a raggiungere risultati positivi fini a se stessi, bensì è strumento funzionale alla gratificazione psicologica ed emotiva dei giovani calciatori.

Il risultato insomma, è mezzo e non scopo.

In un prossimo contributo cercheremo di orientarci meglio sui pro ed i contro dei vari stili di Leadership, suggerendo approcci integrati orientati allo sviluppo di competenze trasversali, utili a rendere flessibile la leadership in base ai diversi contesti.

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Dr Fabio Ciuffini, Psicologo, Consulente Area Psicologia dello Sport

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