La “Bilancia emotiva” del Calciatore
Abbiamo già avuto modo in passato di analizzare l’importanza delle emozioni nel calciatore.
Vogliamo però adesso focalizzare l’attenzione brevemente su quella che definisco la “Bilancia emotiva”, ovvero un passaggio metaforico all’interno di un percorso di preparazione mentale nel calciatore che favorisce una presa di coscienza degli aspetti emozionali che possono incidere in modo positivo o negativo sulla prestazione in campo.
Uno dei passaggi più significativi del Mental Training consiste infatti nell’analizzare quelle sensazioni emotive e corporee che influenzano un atleta durante un compito. A tale scopo è utile precisare un dato che spesso viene sottovalutato quando sentiamo parlare di rapporto tra emozioni e performance: le emozioni positive e le emozioni negative non sono mai unicamente collegabili a prestazioni vincenti (le prime) o a prestazioni deludenti (le seconde).
Non è insomma detto che un portiere è solo felice quando para un rigore o solo deluso quando fa un errore grossolano.
Ad esempio potrebbe aver provato una tensione intensa e una paura sostanziale all’avvicinasi dell’attaccante alla palla al momento del tiro, oppure aver sentito un senso di sfiducia o di rabbia nei confronti dell’arbitro. O, magari, aver percepito un senso di insolita tranquillità nonostante l’errore.
In effetti, dialogando con uno sportivo anche di altre discipline, è possibile poter rilevare come sia durante gare o partite vincenti che in situazioni non in linea con le aspettative, emergano stati emotivi sia facilitanti che inibenti, che, tuttavia assumono una diversa intensità in base all’esito, al contesto ed alla personalità soggettiva.
In sintesi, è come se in entrambi i casi il calciatore facesse ricorso a meccanismi reattivi ed adattivi (associandovi sensazioni emotive e corporee) analoghi, ma con intensità significativamente diversa in funzione dei risultati ottenuti durante la performance sul campo.
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Questo processo consente di comprendere quali siano i processi alla base della reazione emotiva, individuando, tramite il cosiddetto “Emotional Profiling”, i fattori maggiormente predittivi dell’innescarsi di emozioni che lo ostacolano (scoraggiamento, sfiducia, senso di allarme solo per citarne alcune), dando la possibilità di fare maggiormente leva e ricorso a quelle emozioni positive (ad esempio la fiducia, l’orgoglio, il coraggio, l’aggressività positiva, la risolutezza etc..) che possono “controbilanciare” stati emotivi inibenti. [/feature_box]
Questa sorta di “bilancia emotiva”, che risulta poco nota agli atleti, consente a quest’ultimi l’acquisizione di consapevolezza circa vie e strumenti efficaci al fine di fronteggiare in gara situazioni di difficoltà emozionale, spesso responsabile di una limitata concentrazione dello sportivo durante la prestazione in campo.
Abilità mentale che maggiormente risente della negatività di uno stato emotivo, soprattutto se associata ad una attivazione fisiologica troppo alta (ad esempio un battito cardiaco intenso che contraddistingue un calciatore al momento di un calcio di rigore decisivo).
Dr Fabio Ciuffini
Psicologo dello Sport
Per info ciuffinifabio@gmail.com
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