Scuola calcio e giovanissimi calciatori: un contesto “giusto” può allenare?

Scuola calcio & giovanissimi calciatori: un contesto “giusto” può allenare?

Mi domando molto spesso quanto tempo venga speso dagli istruttori di giovanissimi calciatori nella preparazione del contesto di allenamento. Molte attività sono infatti basate essenzialmente sull’aspetto tecnico (fondamentale nello sviluppo di pre-requisiti) oppure sull’aspetto tattico (talvolta passaggio un po’ precoce in bambini al di sotto dei 9-10 anni che ancora non hanno sviluppato adeguatamente, sotto il profilo cognitivo, la capacità di interpretare lo spazio, le distanze ed i tempi di inserimento e transizione).

Modesta è invece l’attenzione rivolta agli elementi di natura morale e sociale e la cura per i fattori contestuali (in particolar modo nelle partitelle, momento ludico e di scarico per definizione), quelli cioè in grado di creare il giusto ambientamento nell’allenamento e soprattutto il corretto incentivo da un punto di vista motivazionale.

Eppure esperienza ed osservazione attenta insegnano quanto i bambini (ma non solo) di una scuola calcio abbiano bisogno di trovare i giusti stimoli in grado di accrescere due aspetti fondamentali: divertimento e competizione.

Chi sostiene che i due concetti siano in contrapposizione, (ritenendo che o ci si diverte o si fa sul serio) sottovaluta il valore ed i connotati tipici che i bambini attribuiscono alla sfida, alla lotta, alla gara. Mezzi essenziali per lo sviluppo di autostima ed autoefficacia che possono tranquillamente convivere con lo svago, il divertimento, la gioia e la spensieratezza!

I bambini quando lottano e quando competono, si impegnano, corrono ed apprendono giocando lo fanno molto ma molto sul serio! Per questo motivo, la sconfitta principale che un istruttore dovrebbe evidenziare ai giovani atleti sta nel non aver messo mai sul campo l’entusiasmo e la voglia di misurarsi! E non certo nel punteggio conseguito.

Affinché ciò si renda possibile, è fondamentale che l’istruttore crei un ambiente fortemente stimolante, scopo raggiungibile attraverso due concetti base: linguaggio e setting di allenamento.

Il linguaggio dovrà essere in particolare:

  • stimolante
  • positivo
  • divertito
  • orientato alle emozioni
  • orientato all’imitazione
  • orientato all’incoraggiamento

Il setting dovrà essere in grado di:

  1. riprodurre in modo realistico (in base all’età) contesti ambientali che il bambino/ragazzo conosce bene ed in cui la competizione calcistica possa aver legittimamente luogo (un mondiale di calcio, una finale di champions league);
  2. utilizzare ritualità, gesti, strumenti e comportamenti tipici di quel contesto (ingresso in campo in modo ordinato, strette di mano, saluti al pubblico);
  3. in assenza di pubblico “fisico”, consentire ai bambini stessi (ove in sovrannumero o in gare a turno) di creare un ambiente quanto mai realistico (tifo, cori da stadio!).

L’atteggiamento partecipativo dell’istruttore (che sta in mezzo ai ragazzi, che ride, scherza, vive la gara e la fa vivere – magari con una bella telecronica “live” – arbitra e decide) diventa pertanto arma fondamentale di motivazione e cura del contesto. Meglio ancora se in cronaca si fa uso dell’imitazione del campione.

Da un punto di vista psicologico i giovani atleti riescono a sviluppare ed “allenare” in ambienti così preparati e curati almeno 10 elementi psicologici:

  1. concentrazione
  2. attenzione
  3. controllo delle emozioni positive e negative
  4. pensieri disfunzionali (confrontandosi con un linguaggio ed una comunicazione positiva dell’allenatore/istruttore)
  5. autoefficacia
  6. aggressività (in particolare l’aggressività che definisco spesso come positiva)
  7. proattività e ricerca di soluzioni autonome
  8. competitività ed agonismo
  9. accettazione della sconfitta
  10. socialità

Tutto questo a costo zero (se non nel tempo minimo necessario a programmare e preparare i dettagli), ovvero con semplici accorgimenti in grado di dare valore al contesto di allenamento.

Come ormai chiaro a chi legge il nostro sito, vige nel nostro concetto di allenamento e di osservazione un motto, validissimo in questo caso: i dettagli fanno, sempre, la differenza!

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