L’attenzione del calciatore: Esasperazione tattica e cecità attentiva

L’attenzione del calciatore: Esasperazione tattica e cecità attentiva

Nel mio precedente post, ho parlato di attenzione. E l’ho fatto in relazione ad un particolare paradigma psicologico per il quale i tempi di reazione necessari ad identificare la posizione di uno stimolo diminuiscono, da un punto di vista attentivo, quando quest’ultima è attesa o preannunciata. (paradigma di Posner).

Da un punto di vista calcistico, possiamo pertanto ipotizzare che il tempo di reazione richiesto per il passaggio da parte di un calciatore in favore di un compagno sia minore quando il movimento di quest’ultimo (ovvero la posizione che ricoprirà sul campo) sarà atteso, ovvero anticipato da un punto di vista mentale e cognitivo grazie all’allenamento ed alle prove ripetute (“schemi”).

Questa ipotesi indica che la capacità da parte di un allenatore di stimolare la comunicazione rapida con la palla tra i calciatori ed un attento lavoro sugli spazi di inserimento (oltre che ai tempi) è un aspetto che dal punto di vista psicologico favorisce la capacità di canalizzare l’attenzione dove serve e di farlo in modo efficace. Maggiore è la sinergia ed il “feeling” fra compagni di gioco e la conoscenza dei movimenti reciproci, più probabile sarà l’efficacia della manovra.

C’è un aspetto tuttavia da sottolineare. Molto importante!!

Cosa accade da un punto di vista cognitivo quando l’esasperazione tattica e l’eccesso di meticolosità prende il sopravvento?

Il rischio è quello che emerga un fenomeno detto di cecità attentiva nel calciatore (Arien Mack e Irvin Rock, 1998). In cosa consiste?

L’Inattentional Blindness è un fenomeno che determina la mancata capacità di cogliere stimoli inattesi inseriti comunque nel campo visivo quando siamo impegnati in compiti di natura attentiva.

Per tradurre il concetto in una situazione di gioco, possiamo pensare ad uno schema in cui il calciatore che detta un passaggio o una triangolazione prevede la presenza di un compagno di squadra sempre in una specifica zona di campo, grazie ad una serie di allenamenti ripetuti in settimana.

La sua attenzione prevalente (il suo focus) è pertanto rivolta (e richiamata assiduamente) ad interpretare adeguatamente ed anticipare correttamente il movimento del compagno, effettuando una scelta di tempo consapevole che indirizzi la palla nella direzione prevista. e “provata”.

Un compagno di squadra che si libera improvvisamente in un’altra zona di campo potrebbe rappresentare una variabile inattesa (e quindi non colta e percepita) nel processo attentivo del calciatore che detta il passaggio, determinando il palesarsi di un’occasione “sfumata”.

L’attenzione del calciatore in pratica, essendo veicolata in modo prevalente o addirittura esclusivo su una particolare “zona di luce” impedisce di cogliere e valutare altre opportunità, a causa della mancanza di un allenamento di natura cognitiva che alleni il calciatore a “prevedere l’imprevedibile”, ovvero ad apprendere la capacità di spostare rapidamente il proprio focus attentivo da una zona all’altra di campo ed acquisire consapevolezza di questo fenomeno.

Cosa fare per impedire o ridurre questo rischio?

A mio avviso è possibile intervenire in due direzioni:

  • stimolare il ricorso ad allenamenti psicologici orientati allo spostamento del focus attentivo (parte di un percorso mental training)
  • incentivare l’autonomia decisionale del calciatore riducendo l’eccesso di tatticismo che lega la capacità attentiva del calciatore verso poche soluzioni di gioco circoscritte, seppur favorendo allenamenti che favoriscano la coesione e la capacitò dei calciatori di trovarsi in campo in modo agevole.

Calcioscouting

Dr Fabio Ciuffini, Psicologo dello Sport. Per info ciuffinifabio@gmail.com oppure visitare il Sito Web personale

Mack A, Rock I. (1998). Inattentional blindness. Cambridge, MA: MIT Press.

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2 Replies to “L’attenzione del calciatore: Esasperazione tattica e cecità attentiva”

  1. Enrico Vincenzi

    Buongiorno.
    Voglio complimentarmi con Lei per l’articolo sull’ “ATTENZIONE DEL CALCIATORE”! Da ex calciatore agonista, ed oggi da Sport Coach Professionista, credo sia un ottimo spunto di riflessione a riguardo la questione “ESASPERAZIONE TATTICA”.
    Mi chiedevo se a riguardo lo spostamento del “FOCUS ATTENTIVO” ritiene utile quale percorso di “MENTAL TRAINING” l’utilizzo di tecniche di “VISUALIZZAZIONE”?
    Ringraziandola per lo spunto e l’attenzione che vorrà dedicarmi,le auguro una buona giornata!
    Grazie, Enrico.

  2. CalcioScouting

    Buongiorno Enrico, grazie per il suo gradito apprezzamento.
    A mio avviso il lavoro sugli aspetti attentivi è fondamentale per l’atleta ed anche in questo caso l’impiego della visualizzazione è importante. Ma non basta. Affinché sia possibile allenare la possibilità di individuare soluzioni anche nella parte di campo visivo meno soggetta al movimento previsto del compagno, è utile stimolare l’atleta con varie esercitazioni che ne attivino altri aspetti cognitivi e, in primis, l’autonomia decisionale.
    Quest’ultima dipende da molteplici fattori di natura psicologica, emotiva e relazionale che vanno inquadrati nella complessità della persona e nel contesto stesso.
    In pratica, Non è detto che sviluppando la capacità di direzionare il focus attentivo, automaticamente l’atleta abbia risultati in quanto tra lo spostamento dell’attenzione e l’esecuzione c’è la “presa di decisione”, sulla quale incidono gli aspetti soggettivi di cui sopra.
    Sarebbe importante, tra l’altro, che anche il progetto di squadra prevedesse la possibilità di individuare soluzioni autonome al di là dello schema. In questo caso dipende molto dal lavoro dell’allenatore e dalla sua cultura calcistica.
    Paradossalmente, tuttavia, anche l’esasperazione del gesto tecnico articolato individuale – per quanto finalizzato magari allo smarcamento individuale – (di tipo quasi narcisistico), potrebbe indurre il calciatore a concentrare troppa attenzione su quest’ultimo tralasciando l’aspetto dinamico del gioco ed il movimento di squadra , rendendolo fine a se stesso e determinando analoga cecità attentiva.
    Cordiali saluti.
    Fabio

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