Autoefficacia: Ce la farò, Prima o Poi!

Autoefficacia: Ce la farò, Prima o Poi!

Leggendo le interviste degli atleti già affermati, la mia attenzione è spesso richiamata da alcune piccole sfumature semantiche che, al netto delle possibili distorsioni formali, talvolta necessarie a rendere una frase adatta ad un giornale, fotografano bene ipotizzabili aspetti della loro personalità e della loro auto-efficacia percepita.

Sui quali, in tutta onestà, sarebbe stimolante fare approfondimenti.

Eccone un esempio:

Ho la convinzione che nella vita, qualunque cosa si faccia, tutti possono puntare a vincere tutto: Coppa del mondo, Pallone d’Oro, Champions League, Scarpa d’Oro. Io il migliore al mondo? Credo molto in quelle che sono le mie potenzialità e le mie possibilità, spero di poterlo dimostrare prima o poi” (goal.com).  Parola di Mario Balotelli.

In questa frase c’è un’espressione molto rilevante, ovvero quel “prima o poi” che, se testualmente riportata, fa venire in mente subito un quesito: da cosa dipende il fatto che la possibilità di diventare un numero 1 si verifichi prima o si verifichi poi?

Insomma, la possibilità di dimostrare sul campo il valore non solo tecnico ma diremmo anche professionale ed umano, è frutto di una casualità? Del destino? Di eventi esterni che potranno “prima o poi” far sì che Balotelli diventi quello che forse ancora oggi sa di non essere pienamente?

Probabilmente è su questo che molti giovani possono davvero lavorare. Sull’autodeterminazione nei propri comportamenti, sull’auto-efficacia,  su una chiara definizione di obiettivi a breve termine da raggiungere non tanto sul piano sportivo e realizzativo (quanti gol faccio), ma professionale. Considerando le doti tecniche, è probabile che quando questo step sarà superato, anche un calciatore come Balotelli potrà veramente guardare al proprio futuro con gli occhi dell’atleta vincente e non solo dell’ottimo calciatore non pienamente “esploso” come, leggendo dalle sue parole, sembra lui stesso ritenersi.

Qual’è insomma, il primo passo da compiere per consentire che il processo di crescita si verifichi quando lo vuole l’atleta stabilendo un primo cambiamento significativo autodeterminato e non totalmente dipendente da un destino improvvisamente e casualmente favorevole?

Ti chiediamo: il talento è veramente qualcosa che prima o poi viene fuori, oppure va GUIDATO, STIMOLATO, CURATO, PROTETTO, SUPPORTATO in un processo di maturazione costante e quotidiano della propria Autoefficacia?

Aspettiamo una tua opinione nei COMMENTI e sui SOCIAL…

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