Psicologia del Tiro dal dischetto: Le 10 regole mentali per un corretto calcio di rigore

Sky Sport riporta 7 regole che gli psicologi invitano a seguire nell’esecuzione del tiro dal dischetto. Ci chiediamo spesso, infatti, quanto possa contare il livello di concentrazione, di tensione, di stress e l’aspetto emotivo in un calcio di rigore senza tuttavia aver chiaro quali siano, almeno a livello generale, alcune possibili strategie mentali concretamente di supporto.

Le riporto qui di seguito, fornendo un breve approfondimento del loro significato ed aggiungendone altre 3 che reputo importanti:

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  • Prendi una decisione e non cambiare idea all’ultimo istante.
    Indipendentemente dall’esecuzione che generalmente riesce meglio, è utile evitare l’incertezza, la quale può determinare la mancanza di una completa e corretta esecuzione dal punto di vista motorio e posturale. Scelte diverse richiedono posture diverse. L’incertezza può generare “confusione” nella preparazione atletica al tiro.
  • Non improvvisare
    La regola numero 2 si riferisce alla familiarità del gesto tecnico, ovvero alla necessità che un calciatore eviti di improvvisare per disorientare il portiere. La capacità di mantenere una certa padronanza nel tiro, infatti, è strettamente correlata al grado di allenamento, che diviene essenziale per far aumentare il grado di “feeling”, come si suol dire, del calciatore con la porta. L’allenamento aumenta infatti il grado di sicurezza.
  • Ti senti stanco? opta per il il tiro potente
    Esso consente sia di scaricare la tensione, che di semplificare il gesto tecnico anche dal punto di vista muscolare e cognitivo. La fatica rallenta infatti sia l’uno che l’altro. Le esecuzioni difficili sono da privilegiare quando il livello di energia fisica e psichica è ancora alto.
  • No alla scaramanzia ma sì ad un gesto preparatorio
    Le “consuetudini scaccia-sfortuna” prevedono la possibilità inconsapevole che l’episodio negativo sia aprioristico e che possa essere interrotto solo da un gesto rituale). La posizione della palla, il saltello etc sono invece fattori in grado di far entrar mentalmente l’atleta nell’esecuzione. È un modo non di scacciare i fantasmi, ma di concentrarsi correttamente “entrando nel momento del tiro”.
  • Identifica una traiettoria che la palla dovrà seguire
    Sappiamo che la visualizzazione consente non solo alla mente ma anche all’organismo di attivarsi all’esecuzione tecnica (nel caso di atleti infortunati, ad esempio, essa facilita un più rapido recupero in quanto una sequenza di movimento immaginata produce stimolazioni muscolari analoghe a quelle dell’esecuzione materiale con parallela rilevabile attività neuromiografica). Ciò facilita la memorizzazione del gesto tecnico desiderato.
  • Utilizza un dialogo interno positivo
    È utile allo scopo allenarsi al self-talk orientato a trasformare le frasi negative rivolte verso se stessi, in frasi positive. Ciò determina una maggiore sicurezza stimolando positivamente il senso di auto-efficacia.
  • Gestisci lo stress
    Impara a gestire lo stress, allenandoti anche dal dischetto in situazioni che dovrebbero ricostruire il più possibile situazioni di stanchezza tipiche della gara.
    Questo tipo di allenamento, affiancato a tecniche di rilassamento che l’atleta può apprendere ed applicare velocemente in tutti i contesti di gioco, può aiutare a superare la negatività di un momento ansiogeno e di stressors esterni rilevanti.
  • La tensione, se gestita adeguatamente, è un vantaggio.
    Un adeguato livello di ansia e di “tensione agonistica” favorisce la performance quando il grado di stress viene anch’esso gestito.
    Troppo stress con poca attivazione fisiologica (o viceversa), determinano l’aumento della probabilità di errore. Stessa cosa vale per una scarsa tensione mentale (bassa energia psichica e motivazione) combinata ad una situazione che non crea il minimo stress, favorendo un calo attentivo.
  • Sii consapevole dello svantaggio psicologico nei confronti del portiere e trasformalo in un vantaggio.
    È più discusso un attaccante che sbaglia, che un portiere che non para un rigore. Puoi dunque avere maggiori motivazioni a segnare rispetto a quelle del portiere a parare.
  • Apprezza i tuoi limiti.
    Se calci un rigore con consapevolezza delle tue potenzialità e criticità, aumenti la possibilità di successo in quanto il tuo tiro dal dischetto sarà più deciso. Sai quel che fare, e cosa ti riesce meglio. Allenati durante la settimana a migliorare i tuoi difetti, ma in gara tira come sai meglio fare. Sapere in cosa puoi migliorare, facilita l’individuazione di obiettivi a breve termine su cui poter lavorare (potenza, rapidità di esecuzione, attenzione, postura etc..)

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Aggiungo che queste 10 regole possono tranquillamente essere trasmesse anche al giovane calciatore in quanto sia l’allenamento tecnico che quello mentale possono coesistere nel tempo, producendo vantaggi per entrambi gli aspetti. Una regoletta che vale sia per chi tira il rigore, che per chi deve provare a pararlo.

E poi, mi chiedo: perché i bambini non ctirano mai i rigori? In fondo è sempre una questione di proporzionalità nella distanza, nella potenza del tiro, nell’ampiezza della porta da coprire. Non conta il gol, ma conta l’apprendimento graduale di un gesto tecnico e la conseguente sicurezza nel calciare, oltre che nello sviluppo di un atteggiamento gradualmente più positivo e maturo nei confronti del “dischetto”.

 

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